Nelle aziende italiane e nella Pubblica Amministrazione, a seguito dell’emergenza epidemiologica da Covid- 19, si è diffuso in misura esponenziale il ricorso al c.d. Smart Working.
Ed invero, è stato rilevato come, durante la fase più acuta dell’epidemia lo Smart Working ha coinvolto il 97% delle grandi imprese, il 94% delle PA italiane e il 58% delle PMI, per un totale di 6,58 milioni di lavoratori agili.
Pertanto, è evidente di come tale strumento sia stato ampiamente utilizzato nel nostro territorio al fine di consentire la prosecuzione delle attività lavorative compatibilmente con le esigenze di carattere sanitario.
Dunque, stante l’utilità anche di tale strumento per la lotta al coronavirus, Il D.L. n. 52/2021 ha prorogato dal 30 aprile al 31 luglio 2021 lo smart working semplificato per i datori di lavoro.
Fino al 31 luglio 2021, secondo le previsioni di cui all’art. 90, commi 3 e 4, del decreto Rilancio (i cui termini sono stati così prorogati dal decreto legge n. 52 del 2021), i datori di lavoro privati possono fruire dello smart working semplificato secondo le seguenti modalità:
- applicazione della modalità di lavoro agile a ogni rapporto di lavoro subordinato e senza bisogno di redigere un accordo individuale con i lavoratori, in deroga a quanto previsto dalla legge n. 81/2017;
- ricorso alla procedura semplificata, attraverso la compilazione di un modello Excel indicato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
Tuttavia, nonostante questa ulteriore proroga fino al 31 luglio 2021, in queste ultime ore, si sta nuovamente valutando la possibilità di prorogare la normativa sul lavoro agile emergenziale fino al 31 dicembre 2021.
La novità è contenuta in un emendamento messo a punto dal Ministero del Lavoro, dopo l’ampia convergenza raggiunta in maggioranza, da presentare al decreto legge n. 52/2021 (Decreto Riaperture).
Pertanto, è ben possibile che i datori di lavoro delle nostre imprese potranno utilizzare tale strumento almeno fino al termine dell’anno stante l’emergenza sanitaria ancora in atto.
Le proroghe, infatti, si sono rese di volta in volta necessarie dal perdurare della pandemia da coronavirus.
Basti pensare che il primo provvedimento a favore dello smart working semplificato era stato attuato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 1 marzo 2020, venendo poi riconfermato dai successivi decreti, come, appunto, effettuato da ultimo con il Decreto Riaperture, prossimo ad un’ulteriore proroga.